Mangiare tardi fa ingrassare veramente?

 


di Elisabetta Cretella


Lo stile alimentare e l’esercizio fisico influenzano il nostro bilancio energetico, cioè il rapporto tra l’energia introdotta con il cibo e quella consumata per svolgere le normali attività giornaliere.

Ma non sono gli unici.

Anche il ritmo circadiano, una sorta di orologio biologico che regola i cicli sonno-veglia e fame-sazietà ed anche i livelli ormonali durante tutta la giornata, influenzano il bilancio energetico.

Sono due gli ormoni coinvolti nella regolazione dell’appetito, responsabili dell’invio di segnali al cervello che determinano il senso di fame o di sazietà:


 - la leptina, prodotta dal tessuto adiposo, invia al cervello il messaggio di sazietà;

-  la grelina, prodotta dallo stomaco, invia al cervello il messaggio di fame. Quindi, stimola l’appetito.

Secondo uno studio pubblicato su Cell Metabolism, mangiare più tardi aumenta il rischio di ingrassare. Questo perché aumenta il senso di fame e si altera la regolazione degli ormoni che regolano l’appetito. 

Mangiare tardi fa aumentare anche il tempo di veglia. Tuttavia, in questo lasso di tempo si riduce il dispendio energetico e si abbassa la temperatura corporea.


Dall’analisi dell’espressione dei geni coinvolti nella formazione del tessuto adiposo si è visto che mangiare tardi altera quelli coinvolti nel metabolismo dei grassi (chiamati anche lipidi). In particolare, si ha una diminuzione della lipolisi (processo che scinde i grassi) e un aumento dell’adipogenesi (processo di formazione del tessuto adiposo). Insieme questi risultati dimostrano che mangiare tardi porta ad un bilancio energetico positivo e un aumento del rischio di obesità.

Quando mangiamo introduciamo energia che il nostro organismo trasforma in un ‘tipo di energia’ utile a svolgere tutte le attività quotidiane, riposo compreso. Se l’energia introdotta con il cibo supera il fabbisogno, quella in eccesso è depositata sotto forma di grasso nel tessuto adiposo.

Modificare le tempistiche di assunzione del cibo può alterare il modo con cui il nostro organismo reagisce all’energia introdotta con gli alimenti.

Come è stato condotto lo studio

I ricercatori hanno coinvolto 16 persone con un indice di massa corporea (BMI) che indica sovrappeso o obesità. Ai partecipanti è stato chiesto di alimentarsi secondo regole stabilite nei tre giorni precedenti l’inizio dell’esperimento e di dormire per un numero fisso di ore per circa 3 settimane (dalle ore 23 alle ore 8 del mattino seguente). 

Ogni partecipante è stato coinvolto in due diversi esperimenti della durata di sei giorni: 

  1. in un esperimento è stato rispettato un programma rigoroso di tre pasti al giorno somministrati ad orari normali; 
  2. nell’altro, i tre pasti erano serviti circa quattro ore dopo rispetto gli orari osservati nel primo esperimento. 
In entrambi i casi i pasti erano identici.

L’obiettivo era quello di capire se variando gli orari dei pasti si innescano effetti differenti, soprattutto riguardo i meccanismi coinvolti nell’assunzione di energia, nel dispendio energetico e nella regolazione molecolare del metabolismo del tessuto adiposo.

Mangiare tardi non solo raddoppia le probabilità di avere fame, con una diminuzione dei livelli di leptina nel sangue, ma aumenta la voglia di cibi salati, latticini e verdure. Inoltre, mangiando tardi si riducono sia il dispendio energetico sia la temperatura corporea interna media nelle 24 ore successive, in particolare durante le ultime 4 ore di sonno. 

È stato anche riscontrato un maggiore quoziente respiratorio, cioè il rapporto tra il l’anidride carbonica prodotta dal corpo e l’ossigeno consumato.  Questo dato indica che tipo di macronutriente è stato metabolizzato. Dall' esperimento si visto che si metabolizzano di meno i grassi e i carboidrati, che di conseguenza si accumulano.

Per capire se posticipando l’orario dei pasti si hanno effetti anche a livello molecolare, è stata effettuata la biopsia del tessuto adiposo bianco sottocutaneo. Da queste analisi sono emerse differenze statisticamente significative nell’espressione dei geni coinvolti nel metabolismo dei lipidi. In particolare, mangiando tardi, si riduce l’espressione dei geni responsabili del metabolismo dei lipidi e dei geni che inibiscono la formazione di tessuto adiposo ma aumenta l’espressione dei geni responsabili della sintesi dei lipidi. I grassi non metabolizzati, infatti, si accumulano.


Al contrario, non sono stati osservati cambiamenti nel ritmo del sonno.
Sebbene la durata e le dimensioni del campione preso in esame siano limitate, i parametri riscontrati sono in accordo con altri studi simili.

 Sono comunque necessari altri studi per capire se i cambiamenti fisiologici e molecolari osservati si mantengono a lungo termine.
Una prospettiva futura potrebbe essere quella di capire se i geni che hanno mostrato un’espressione alterata possono essere bersagli farmacologici per combattere l’obesità.


 Bibliografia:

Vujović N, Piron MJ, Qian J, Chellappa SL, Nedeltcheva A, Barr D, Heng SW, Kerlin K, Srivastav S, Wang W, Shoji B, Garaulet M, Brady MJ, Scheer FAJL. Late isocaloric eating increases hunger, decreases energy expenditure, and modifies metabolic pathways in adults with overweight and obesity. Cell Metab. 2022 Oct 4;34(10):1486-1498.e7. doi:10.1016/j.cmet.2022.09.007. PMID: 36198293.
Credits Immagine:  Analisisanfrancescoamalfi.blogspot.com

 


 

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