Scarlattina: come riconoscerla e diagnosticarla correttamente

di Elisabetta Cretella
Cosa fare se improvvisamente arriva un messaggio WhatsApp sul gruppo dei genitori della classe di vostr* figli* che vi avverte che a scuola gira la scarlattina?
Basta leggere questo articolo per scoprirlo e conoscere tutto ciò che c'è da sapere per affrontarla al meglio e senza ansia.
La scarlattina è una delle malattie infettive dette esantematiche perché provoca un'eruzione cutanea diffusa, l' esantema appunto.
È causata da un batterio ed è l’unica tra le malattie esantematiche a non essere causate da un virus. Tutte le altre (morbillo, rosolia, varicella, parotite, quarta, quinta e sesta malattia), al contrario, sono provocate da virus.
E’ molto comune nei bambini ma può colpire anche le persone adulte. La fascia d’età in cui si manifesta più frequentemente è quella compresa tra i 5 e i 15 anni. Colpisce maggiormente i bambini dopo il secondo anno di vita. Non compare mai prima del sesto mese di vita ed è molto rara fino ai due anni. È più frequente nei mesi invernali.
Di solito, si presenta in forma non molto grave, anche se altamente contagiosa, e può essere curata dal medico di famiglia mediante la prescrizione di antibiotici.
Può presentarsi nuovamente nella stessa persona perché non porta alla formazione di anticorpi, motivo per il quale non esistono neanche vaccini.
Cause e sintomi della scarlattina
I batteri responsabili della scarlattina appartengono alla famiglia degli Streptococchi beta emolitici di gruppo A (Streptococcus pyogenes - SBEGA) in grado di produrre tre sostanze pirogeniche, dette esotossine (SpeA, SpeB,SpeC), che sono la causa dell’esantema.Questi batteri determinano un’infiammazione della gola, la faringotonsillite, febbre alta, dolori e ghiandole ingrossate.
I primi sintomi generalmente sono mal di gola, mal di testa, malessere generale e febbre superiore a 38°C, brividi, nausea, vomito e ingrossamento dei linfonodi del collo. Faringe e tonsille sono spesso fortemente arrossate.
Dopo circa un giorno compare l’eruzione cutanea, chiamata rush scarlattinoso, ovvero puntini rossi accesi, fitti e ravvicinati, poco sollevati che tendono a confluire tra loro conferendo alla pelle un colorito uniformemente arrossato di colore rosso vivo. Le macchie rosso-rosate scompaiono premendoci sopra un dito, per poi riapparire quando viene tolto. A livello delle pieghe cutanee (ascelle o gomiti), il rossore può essere più evidente.

L'esantema inizia generalmente a livello del torace, schiena e pancia, per poi espandersi agli arti. La pelle può apparire come carta vetrata e risultare ruvida al tatto.
Il volto si può arrossare ad eccezione della zona intorno alla bocca e la lingua prima di color bianco diventa rosso intenso con le papille gonfie (lingua a fragola). Dopo tre-sette giorni l’esantema scompare e dove era più intenso la pelle si desquama.
I sintomi si manifestano entro una settimana dal contatto con il batterio responsabile della malattia.
Il periodo di incubazione, cioè il tempo che separa il momento dell'esposizione al patogeno dal momento della comparsa dei primi sintomi, è compreso tra i due e i cinque giorni.
Non sempre i sintomi descritti si manifestano tutti insieme.
Spesso si manifesta in forma lieve e talvolta senza febbre ed è chiamata scarlattinetta.
Come avviene il contagio
La scarlattina si trasmette per via aerea, con le goccioline di saliva o muco rilasciate da tosse e starnuti. Più raramente si può infettare il cibo con le mani non lavate. Per questo si raccomanda di tossire e starnutire all'interno di fazzoletti di carta che vanno gettati subito dopo e di lavare bene le mani prima di toccare qualunque cosa. Il contagio è facilitato nei luoghi chiusi e affollati come le scuole.Come si diagnostica la scarlattina
La diagnosi della scarlattina è essenzialmente clinica.Gli esami di laboratorio evidenziano un aumento degli indici di flogosi (VES, PCR) e dei leucociti neutrofili globuli bianchi), come accade per tutte le infezioni batteriche.
Come fare a sapere se si tratta proprio di scarlattina o di un’altra infezione batterica?

I test per lo Streptococcus pyogenes - SBEGA includono un test immunologico e l'esame colturale. Entrambi rilevano la presenza del batterio in un campione prelevato dal cavo faringeo mediante un tampone faringeo.
Il test immunologico ricerca antigeni specifici prodotti dal batterio se è presente. È il test d'elezione usato per diagnosticare la scarlattina sia perchè il prelievo del campione è facile e non invasivo sia perchè permette di ottenere i risultati in tempi più brevi e, in caso di positività, di iniziare velocemente la terapia farmacologica.
L'esame colturale, invece, consiste nel cospargere il materiale prelevato con il tampone faringeo su di una piastra costituita da un terreno di crescita specifico per questo batterio. Se si formano colonie allora il batterio è presente e quindi c'è infezione. Richiede tempi più lunghi rispetto al test immunologico perché bisogna aspettare il tempo necessario alla crescita dei batteri.

Figura 4 - L'esame colturale è negativo. Si nota l'assenza del batterio; la piastra di crescita è vuota.Talvolta può essere utile anche il dosaggio degli anticorpi diretti con lo streptococco, un esame chiamato titolo anti-streptolisinico o TAS oppure ASLO. Si tratta di un'analisi che si effettua sul siero e per il quale è necessario fare un prelievo di sangue. A differenza del test immunologico e dell'esame colturale, il titolo anti-streptolisinico permette di rilevare un'infezione pregressa (passata).
Nel dettaglio, il test rileva la presenza degli anticorpi che l'organismo produce per contrastare la streptolisona O, una proteina dello Streptococco di gruppo A. La presenza di questi anticorpi indica una reazione di difesa da parte dell'organismo alla presenza del batterio; sono prodotti dopo circa una settimana dall'infezione e aumentano progressivamente nel corso delle 2-3 settimane successive.
Quindi, questo test non è indicato per rilevare un'infezione in atto che si deve iniziare a curare in modo tempestivo e per la quale si preferisce il test immunologico. Invece, può essere utile in caso di febbre reumatica o glomerulonefrite, sintomi che possono verificarsi anche settimane dopo l'infezione da Streptococco del gruppo A, quando il test immunologico e l'esame colturale potrebbero dare anche un risultato negativo.
In conclusione, qualora il tampone faringeo per lo Streptococcus pyogenes dovesse risultare positivo, è necessario informare subito il medico o il pediatra.
Cosa fare in caso di diagnosi positiva
Dopo aver ricevuto l’esito positivo degli esami bisogna contattare il proprio medico o pediatra.La cura appropriata consiste nella somministrazione dell’antibiotico utile ad abbreviare il periodo di contagiosità, accelerare la guarigione ed evitare complicazioni. In caso di febbre alta, il medico potrebbe suggerire di assumere anche paracetamolo.
La scarlattina è contagiosa dal periodo della comparsa dei primi sintomi e fino a circa 48 ore dopo l'inizio della terapia antibiotica. In assenza di cure, è contagiosa per circa 2-3 settimane. Per evitare il diffondersi dell'infezione, la persona ammalata dovrebbe rimanere isolata e, quindi, non recarsi né scuola né al lavoro per almeno 48 ore dall'inizio della terapia antibiotica. Il batterio, infatti, è molto sensibile all’antibiotico e generalmente muore abbastanza velocemente.
Dalla scarlattina in genere guarisce in una settimana, sebbene le zone del corpo interessate dall’esantema possano continuare a spellarsi per più giorni.




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