Analisi del sangue: cosa succede al campione dopo il prelievo

 


Oggi vi accompagniamo in un viaggio virtuale nel nostro laboratorio alla scoperta di cosa accade ad campione di sangue dopo il prelievo venoso. In pratica, come il campione viene processato per ottenere i risultati che leggete, nero su bianco, sul referto che vi viene consegnato.

L’intero processo, dal prelievo del campione fino alla refertazione dei risultati, è attentamente monitorato e tracciato. Perché? Naturalmente per evitare errori. Nel caso in cui si dovessero verificare, il sistema di tracciamento, aiuta a capire dove si è verificato un errore e ad intervenire prontamente. Il personale di laboratorio ha ormai a disposizione molteplici sistemi, spesso automatizzati, per accogliere e gestire il campione in ogni sua fase assicurandone il corretto processamento, l’esecuzione dei test richiesti, la valutazione della correttezza dei risultati ottenuti e la corretta comunicazione del risultato al paziente.

Per ciascun tipo di esame esiste una specifica modalità di prelievo ed un campione adeguato da raccogliere, così da ottenere il maggior numero di informazioni possibili.


Analisi del sangue: le fasi

  1. Raccolta del campione
  2. Etichettatura
  3. Documentazione
  4. Processamento
  5. Esecuzione del test
  6. Risultati

Sono sei le fasi utili ad analizzare un campione di sangue:


Fase 1:  Raccolta del campione

Figura 1 - Esecuzione di un prelievo venoso
(Fotografia: Analisi San Francesco Amalfi).

Il personale sanitario preleva un campione di sangue, generalmente dal braccio, e lo raccoglie nella provetta adeguata. Talvolta il sangue raccolto può essere suddiviso in più provette, ognuna destinata ad un esame specifico. 
Infatti, esistono vari tipi di provette che contengono sostanze differenti utili a preparare il campione di sangue per le analisi successive. Non è un caso che ogni provetta sia di un colore diverso. Il codice colore permette una individuazione più veloce e corretta della provetta da utilizzare.


Fase 2 e 3: Etichettatura e Documentazione

Queste due fasi vanno a braccetto, almeno nella prima parte. Non si può etichettare un campione senza creare una documentazione che ne permette il riconoscimento.


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Figura 2 - I campioni di sangue sono raccolti in provette etichettate con un barcode.

I campioni raccolti nelle provette sono identificati tramite un sistema di etichettatura. Le etichette devono riportare, oltre al nome del paziente, un numero di identificazione. Oggi viene utilizzato un codice a barre (barcode).  A questo codice corrisponde la scheda anagrafica del paziente e gli esami che deve eseguire. Se è presente una ricetta, questa viene associata al barcode. La corretta etichettatura, e quindi identificazione e accoppiamento del campione e del paziente, è una fase cruciale del processo. Sulla provetta possono anche essere riportate informazioni circa gli esami da eseguire o le modalità di conservazione del campione.

Se il prelievo è stato effettuato in ospedale o in regime domiciliare, dopo la raccolta il campione viene trasportato nel laboratorio che eseguirà gli esami richiesti. Se il prelievo è stato effettuato direttamente presso un laboratorio di analisi, verrà spostato solo in un’altra stanza per essere analizzato.

Una volta nel laboratorio, il campione di sangue viene “preso in carico”, ovvero viene fatto il suo check-in, grazie al barcode presente sulla provetta. Il barcode vale anche come sistema di tracciatura. Le informazioni contenute sull’etichetta permettono di conoscere quali esami devono essere eseguiti su ciascun campione e, poi, di accoppiare correttamente il risultato degli esami con il paziente.

Fase 4: Processamento

Il plasma rappresenta la frazione liquida del sangue e viene separata dalla frazione corpuscolata, formata da globuli rossi, globuli bianche e piastrine, raccogliendo il sangue in provette contenenti sostanze anticoagulanti e poi sottoponendolo a centrifugazione per qualche minuto. In seguito alla centrifugazione, che serve a separare le componenti più leggere di una soluzione da quelle più pesanti sfruttando la forza centrifuga, il plasma, di colore giallo chiaro, rimane nella parte alta della provetta mentre le cellule ematiche si depositano sul fondo.

Spesso il campione necessita di una fase di “preparazione” che precede gli esami da eseguire. La maggior parte dei test di laboratorio viene eseguita su siero o plasma, ovvero solo una parte del sangue che viene prelevato. 


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Figura 3 - I componenti del sangue si stratificano dopo la centrifugazione in base al proprio peso
(Immagine: Analisi San Francesco Amalfi).


Il siero viene ottenuto raccogliendo il sangue in assenza di sostanze anticoagulanti. Il sangue prelevato è lasciato libero di coagulare all’interno della provetta. 

In seguito alla centrifugazione sul fondo della provetta oltre alle cellule ematiche è presente proprio il coagulo mentre nella parte alta è presente il siero, ossia la porzione liquida del sangue senza i fattori responsabili della coagulazione.



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Figura 4 - Differenza tra siero e plasma
(Immagine: Analisi San Francesco Amalfi).


Per analizzare il sangue intero, cioè il sangue così come viene prelevato, ad esempio per l’esecuzione dell’emocromo, non serve alcuna fase preparatoria. Non serve cioè separare la parte fluida (siero o plasma) dalla componente cellulare.

 

Fase 5: Esecuzione del test

A questo punto il campione di sangue è pronto per essere analizzato. 

Figura 5 - Analisi di un campione di sangue.


Si usano strumentazioni specifiche altamente tecnologiche. In linea generale, le strumentazioni di chimica clinica utilizzano siero o plasma mentre quelli di ematologia e coagulazione necessitano di campioni di sangue intero raccolti in provette contenenti sostanze anticoagulanti.

 

Le strumentazioni sono in grado di fornire risultati sia in termini numerici che, spesso,  sotto forma di grafici o immagini. La correttezza dei risultati ottenuti deve essere valutata sia dal punto di vista puramente analitico che clinico. La formulazione del referto richiede pertanto competenze sia tecnico-analitiche che cliniche e interpretative.



Fase 6: Risultati

In casi particolari, il risultato di alcuni esami potrebbe richiedere l’immediata comunicazione al paziente o al medico competente. In alternativa, vengono forniti al paziente tramite il referto di laboratorio.


Figura 6 - Esempio di referto della analisi del sangue.


Il tempo che intercorre tra il prelievo del campione e la formulazione del referto può variare molto, da alcune ore a qualche settimana. Questo dipende dalle caratteristiche specifiche del test richiesto.

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